giovedì 8 settembre 2011
giovedì 18 agosto 2011
lunedì 8 agosto 2011
ELENCO FILM
IN DOWNLOAD STANDARD GRATUITO,
ESTENSIONE FILE .AVI,
MASTERIZZABILI SU CD,
ADATTI A COMUNI LETTORI DVD :
BUENA VISTA SOCIAL CLUB
WHEN YOU' RE STRANGE
DOCTOR STRANGEESTENSIONE FILE .AVI,
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BUENA VISTA SOCIAL CLUB
WHEN YOU' RE STRANGE
mercoledì 20 luglio 2011
10° anniversario Carlo Giuliani
Il comitato è un' organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
Il Comitato, escludendo ogni finalità di lucro, ha per scopo di promuovere attività di tutela dei diritti civili e in particolare:
●•♥♪ affermare il rispetto per la vita di tutti e di chi, come Carlo, era solo un ragazzo che voleva un mondo più giusto;
●•♥♪ ribadire il diritto sancito dalla Costituzione, di manifestare il proprio pensiero e di poterlo esprimere scendendo in piazza, senza che nessun governo cerchi di impedirlo utilizzando le forze dell'ordine come strumento di repressione e di inammissibile violenza;
●•♥♪ informare sui fatti avvenuti in Genova nel luglio 2001, denunciando censure, falsità e omissioni degli organi di informazione, per ottenere riconoscimento dei diritti civili violati, verità e giustizia;
●•♥♪ incrementare il Fondo in memoria di Carlo Giuliani per proseguire e ampliare le iniziative di solidarietà internazionale.
Per tali finalità il Comitato si propone di promuovere, sia in Italia sia sul piano internazionale, iniziative e progetti di solidarietà a favore di chiunque si veda negato l' accesso ai diritti civili; si propone inoltre di instaurare attive relazioni con cittadini, associazioni, movimenti e partiti di tutto il mondo – pur nel rispetto dell' autonomia di ciascuno – che riconoscano come propria la finalità della tutela dei diritti civili di libertà. Tutti coloro che condividono tale finalità possono, a loro richiesta, divenire Sostenitori del Comitato.
I fondi si raccolgono presso:
Agenzia UNIPOL Banca
Via De Marini 15, 16149 Genova
c/c 2007 – ABI 03127 – CAB 01403
venerdì 8 luglio 2011
mercoledì 8 giugno 2011
BISCA
IL CIELO basso
Il cielo cadde così in basso
che tutti ci sbattevano il naso.
Solo gli gnomi non ci facevano caso,
anzi lo toccavano con un dito.
Gli umani dopo un po' come è loro consuetudine
si adattarono... ci fecero il callo
Il cielo col suo peso opprimente li costringeva
ad abbassare lo sguardo e a furia di guardare
per terra si perse la visione profonda.
L' orizzonte scomparve prima come fatto fisico
poi anche come semplice idea.
Da cupo che era si fece impossibile.
Nessuno di fatto guardava più in là del proprio naso
e nessuno pensava che ci sarebbe stato altro
al di fuori di quel piccolo ambito che il proprio
limitato sguardo poteva offrirgli.
Gli amanti traditi da quella misera prospettiva e dalla
luna che da sogno si era trasformata in pesante
minaccia cominciarono a frequentare le tane. E come
talpe cieche si rincorrevano nei cunicoli, sottoterra,
affidandosi unicamente all'olfatto.
Ma gli odori seppure importanti non bastano
per una visione d'insieme e meno che meno
sostituiscono il tatto, (che non è nient'altro
di un più profondo vedere), oppure il sentire.
Non so a chi venne l'idea, né se avvenne per gioco
o dopo lungo cammino, fatto sta che qualcuno
ad un tratto cominciò a tentare l'assalto.
L'assalto al cielo basso.
L'impresa non era poi così difficile, vista la scarsa
distanza tra la terra e le nuvole. L' impensato divenne
possibile ed uno squarcio si aprì nel tetto celeste. In
questo stretto passaggio gli umani, sempre più
consci dei propri mezzi, iniziarono
a defluire, svuotando di fatto il paesaggio coatto che
li aveva visti fino ad allora soffrire.
I passaggi col tempo divennero tanti
e da tutte le parti, e la terra sembrò spopolarsi.
Erano quasi tutti sul cielo quando con un tonfo fesso
esso si schiantò al suolo; andando in frantumi.
Così tutti fecero festa e l'orizzonte di nuovo visibile,
si appropriò dello sguardo di ognuno, disegnando
nell'aria sottile un riflesso di luce purpurea.
Il cielo cadde così in basso
che tutti ci sbattevano il naso.
Solo gli gnomi non ci facevano caso,
anzi lo toccavano con un dito.
Gli umani dopo un po' come è loro consuetudine
si adattarono... ci fecero il callo
Il cielo col suo peso opprimente li costringeva
ad abbassare lo sguardo e a furia di guardare
per terra si perse la visione profonda.
L' orizzonte scomparve prima come fatto fisico
poi anche come semplice idea.
Da cupo che era si fece impossibile.
Nessuno di fatto guardava più in là del proprio naso
e nessuno pensava che ci sarebbe stato altro
al di fuori di quel piccolo ambito che il proprio
limitato sguardo poteva offrirgli.
Gli amanti traditi da quella misera prospettiva e dalla
luna che da sogno si era trasformata in pesante
minaccia cominciarono a frequentare le tane. E come
talpe cieche si rincorrevano nei cunicoli, sottoterra,
affidandosi unicamente all'olfatto.
Ma gli odori seppure importanti non bastano
per una visione d'insieme e meno che meno
sostituiscono il tatto, (che non è nient'altro
di un più profondo vedere), oppure il sentire.
Non so a chi venne l'idea, né se avvenne per gioco
o dopo lungo cammino, fatto sta che qualcuno
ad un tratto cominciò a tentare l'assalto.
L'assalto al cielo basso.
L'impresa non era poi così difficile, vista la scarsa
distanza tra la terra e le nuvole. L' impensato divenne
possibile ed uno squarcio si aprì nel tetto celeste. In
questo stretto passaggio gli umani, sempre più
consci dei propri mezzi, iniziarono
a defluire, svuotando di fatto il paesaggio coatto che
li aveva visti fino ad allora soffrire.
I passaggi col tempo divennero tanti
e da tutte le parti, e la terra sembrò spopolarsi.
Erano quasi tutti sul cielo quando con un tonfo fesso
esso si schiantò al suolo; andando in frantumi.
Così tutti fecero festa e l'orizzonte di nuovo visibile,
si appropriò dello sguardo di ognuno, disegnando
nell'aria sottile un riflesso di luce purpurea.
http: www.bisca.it
mail: bisca@bisca.it
domenica 29 maggio 2011
domenica 22 maggio 2011
domenica 15 maggio 2011
domenica 8 maggio 2011
martedì 26 aprile 2011
lunedì 25 aprile 2011
"DANTE DI NANNI 1944-2011"
DALL'OPUSCOLO CLANDESTINO EDITO A TORINO IL 4 GIUGNO 1944 DALLE BRIGATE GARIBALDI "ALLA GLORIA DELL'EROE NAZIONALE DANTE DI NANNI."
LA GIOVANE VITA DI DANTE DI NANNI
NARRATA DA UN SUO COMPAGNO DI LOTTA
Lo si chiamava "Piccolo", ma dopo l'abbagliante pagina con la quale ha chiuso la sua giovane vita di Prode, a scrivere questo suo nome di battaglia sembra di sentire un certo stridore della penna, tanto è grande la contraddizione con il suo alto spirito di sacrificio.
Con tale nome era stato designato per il suo candore, per la sua giovale freschezza che lo facevano apparire più adolescente che un giovane più formato, quindi in senso tutto lusinghiero. Nato da genitori operai venti anni or sono, nel più fosco periodo della reazione fascista, doveva aver indubbiamente ereditato da loro quell'odio istintivo contro i barbari devastatori delle "Case del Popolo" e delle organizzazioni operaie, odio che lo porta fino al sacrificio della propria vita.
Le dabbenaggini che gli vengono insegnate a scuola circa le grandezze che il regime conquista per l'Italia e il benessere che crea per tutto il popolo italiano non riescono a sopraffare quell'istintiva, per lui inspiegabile, diffidenza per tutto ciò che sa di fascismo e questa diffidenza crebbe in lui con il passare degli anni fino a prendere quella forma di repulsione non appena la sua mente sveglia ed osservatrice gli svela quale enorme turlupinatura rappresentino per le masse operaie le tanto strombazzate leggi fasciste.
Ne fa le prime spese quando dodicenne suda sotto il secchio della calce in un cantiere perchè il suo desiderio di entrare in una fabbrica viene frustrato dal veto fascista che obbliga i giovani a vivere alle spalle dei genitori fino a quattordici anni compiuti. Tragica ironia con i salari di fame che percepiscono gli operai.
Raggiunta l'età prescritta ed entrato a lavorare in una fabbrica sente qui molto più accentuata quell'ira sorda che come aveva notato prima, albergava in ogni operaio, contro gli sfruttatori, contro il regime di oppressione. Tutti parlano con ammirazione della Russia e vedono nella sua forma di governo la loro salvezza e una forza irresistibile lo attrae verso quel popolo. Una febbre di sapere, di fare qualche cosa lo invade e i pochi manifestini e giornali clandestini comunisti che può leggere non fanno che aumentare questo suo stato d'animo.
Il malcontento delle masse si accentua con i disagi della guerra. Le agitazioni del marzo 1943 gli fanno intravvedere quanta forza possa avere la massa in movimento, ma solo nelle giornate di luglio prende coscienza di tutta la potenzialità. Le fitte tenebre vengono finalmente squarciate. Vede infine la sua via luminosa che lascia intravedere la grande parola "libertà!".
Parola che per lui diviene tutto programma, non gli pareva vero che la meta fosse già tanto vicina. E non aveva torto di diffidare. Non bastava distruggere i simboli e le effigi tanto esecrati che la feroce oppressione per tanto tempo ci aveva imposto; bisognava smantellare e distruggere tutto il sistema sociale che aveva generato e perpetrato questa oppressione, e questo continuava a persistere e continuava la sua nefanda opera di arrestare, di sparare su operai inermi colpevoli soltanto di reclamare quello che era stato loro negato per molti anni. La libertà era stata dunque solamente un'illusione di poche ore, una meteora luminosa nella densa ombra?
Ma la sua scia luminosa fu sufficiente per indicargli quale era la strada da seguire. Aveva scorto finalmente ciò che cercava: aveva trovato nel Partito Comunista la sua sicura guida. Vide nel P.C. il partito rivoluzionario, l'unico partito capace di difendere l'interesse della classe lavoratrice. E il suo istintivo odio per l'aborrito regime si concretizza e dà forma alla sua coscienza rivoluzionaria.
L'otto settembre lo trova in attività febbrile. Sicuro che si avranno le armi, sicuro che questa volta non si limiterà a scritte sul muro, ma si farà sul serio, già intravvede l'immensa forza del proletariato armato alla testa di tutti i veri patrioti, vittorioso sui tristi "Pluffer" che arrivano come conquistatori. Puro sogno che i generaloni reazionari mandano in fumo con il loro tradimento. E' un duro colpo, ma la tempra di rivoluzionario non gli viene meno. E' tra i primi a dare l'assalto alle caserme, per impossessarsi di quelle armi promesse che servono poi per armare i primi patrioti datisi alla montagna e che lui, per diverse ragioni, non può seguire.
Il compito affidatogli dall'organizzazione comunista, distribuzione e diffusione della stampa lo lusinga, ma non lo soddisfa. Insiste per far parte dei G.A.P. Gli fanno presente non solo disagi, ma anche, e soprattutto, i rischi che simile mansione comporta.
Risponde:"Lo so, ma so pure che la causa nostra merita non solo i rischi ma anche il sacrificio della propria vita".
Viene quindi utilizzato in un primo tempo come "palo" poi "Guardia di ritirata", ma esige che gli si affidino compiti più importanti. Viene accontentato. Disgrazia vuole che nella sua prima azione si venga a trovare nel raggio delle schegge di una granata che lo feriscono in più parti del corpo e più gravemente alle gambe. Essere messo fuori combattimento alla prima azione di una certa importanza è per lui una forte umiliazione. Trenta giorni di letto, trenta giorni di rabbia mal celata per la forzata inoperosità, dopo i quali con l'aiuto del bastone riesce a muover i primi passi. E' raggiante perché è sicuro che a guarigione avvenuta potrà riprendere il suo posto di combattimento. Ma la guarigione è lenta, o per lo meno non avviene rapidamente come sarebbe suo desiderio.
La sua impazienza cresce a dismisura e per evitare questo suo infinito dolore gli si affidano alcuni indirizzi di spie vendute al tedesco, affinché ne studi le mosse, è già qualcosa, ma non è sufficiente per contenere uno spirito combattivo pari al suo.
Non appena può abbandonare il bastone, ancora malfermo sulle gambe, pretende di entrare in azione e c'è da sudare sette camicie per convincerlo che è una assurda follia andare allo sbaraglio così alla leggera. L'assillante suo pensiero è la marcia vittoriosa dell'Esercito Rosso e la necessità, il dovere di colpire con tutte le nostre forze la belva nazista. "Non dar tregua alla belva nazista" è il suo motto.
Vedo ancora i suoi occhi lucidi di gioia quando finalmente gli si dà il "via" e abbatte la prima spia. Altre seguono in breve tempo intercalate con atti grandiosi di sabotaggio.
Chi dà importanza al "ragazzo" che si inoltra sui binari ferroviari con una comune borsa sotto il braccio? Nessuno! Ma dopo una mezz'ora il personale di servizio ad una importante cabina-blocco riceve una telefonata anonima che li avvisa che la cabina sta per saltare e fa appena in tempo a mettersi in salvo che una forte esplosione distrugge la cabina e i suoi delicati congegni, disorganizzando per un periodo abbastanza lungo il traffico ferroviario.
Non maggiore importanza dà un pacifico ferroviere, il quale sta innaffiando l'orticello affiancato a un'altra cabina di blocco, ad un "ragazzo" sconosciuto che gentilmente lo apostrofa e gli si avvicina, ma il ferroviere cambia espressione quando vede il "ragazzo" intimargli il silenzio e l'ubbidienza con una rivoltella puntata e poi vede altri "diavoli" lanciarsi giù dalla scarpata con le armi in pugno far prendere a lui e ai suoi compagni di lavoro gli oggetti personali e obbligarli ad allontanarsi. Anche qui, dopo dieci minuti, della cabina e dei delicati congegni non rimangono che rottami. E quante altre azioni che qui non è possibile elencare! Ma quella che fu per lui l'azione più brillante che inorgogliva il suo spirito di prode giustiziere è quella sul C.I.
Da più giorni si faceva la "posta" inutilmente davanti a un Comando.
Quel giorno ferma dinnanzi c'era una lussuosa macchina che "prometteva bene". Infatti dopo mezz'ora di attesa ecco apparire un graduato "repubblichino" poi un gallonato, poi un altro ancora ed infine un capitano "tudero" pregno di tanta superbia da strappare le risa a tutti e il "piccolo" ridé così di gusto che quasi dimentica perché si trova lì, ma è un attimo: due formidabili scoppi, qualche aggiunta di "calibro 9" è giustizia è fatta. Non ancora, un "repubblichino" esce con un "parabellum" in mano, vuole anche lui la sua parte, è subito accontentato prima che riesca a dire "bé".
A qualunque ora del giorno o della notte, in barba al coprifuoco e rigorose misure per chi è sorpreso con armi da fuoco, Dante è sulla breccia. Non si mangia tutti i pasti, quello del fumare è il più delle volte un pio desiderio, spesso si è costretti a dormire sul nudo pavimento o peggio all'addiaccio. Ma che importa? E' la vita dei prodi che fanno parte dei G.A.P che lo richiede.
Questa è la vita che conducono i valorosi garibaldini e che la quintessenza della vigliaccheria e del più lurido ibridismo di corrotti e sciacalli che madre natura abbia potuto generare che rispondono ai nomi Pettinato, Gray, Corbella e consimili osa chiamare, nei loro nefandi articoli, vigliacchi sicari venduti; coloro che si chiudono in uffici "blindati" per sputare bava velenosa e non fanno due passi fuori dalla loro cittadella senza che un nugolo di agenti li salvaguardi, hanno la spudoratezza di definire vigliacco chi tutto osa e tutto dà per la propria causa, per la propria Patria.
Ma anche su questi rifiuti umani ben presto si abbatterà la mano giustiziera e fermerà per sempre la loro penna sacrilega che non sa far altro che prostituirsi al miglior offerente e calpestare senza ritegno i sublimi sacrifici.
In questa lotta senza quartiere bisogna essere inesorabili con i traditori. La generosità d'animo in momenti come questi può essere fatale e questo purtroppo fu per Di Nanni e i suoi compagni che parteciparono all'azione di sabotaggio contro la stazione radio-trasmittente di Stura nella mattinata del 17 maggio.
La loro generosità lì portò non solo a risparmiare i carabinieri di guardia a codesta stazione, ma a farli allontanare dal pericolo, fiduciosi che avrebbero preso in considerazione questa generosità e invece i tre vigliacchi incarogniti ne approfittarono per andare a dar l'allarme al posto di blocco poco lontano. Quando il gruppo dei garibaldini notò la loro assenza era già troppo tardi per rimediarvi.
I riflettori incominciano a "battere" la campagna e incomincia la prima sparatoria che provoca qualche perdita tra gli avversari. I giovani garibaldini riescono a ritirarsi, ma dopo poco cammino si imbattono in una pattuglia di tedeschi e fascisti accorsi all'allarme. All'alt i giovani rispondono con un lancio di bombe a mano, cadono i primi nemici e la lotta si riaccende furibonda fino all'esaurimento delle cartucce dei giovani che approfittano di un momento di tregua e riescono ad allontanarsi.
Due però rimangono sul terreno. Uno colpito a morte lancia ancora la sua radiosa sfida sui sanguinari nemici e inneggia al Partito Comunista, l'altro, gravemente ferito, viene prelevato come "preziosa preda" dagli aguzzini che penseranno a mezzo delle più crudeli torture a fargli pagare caro il suo atto di coraggio.
Il "Piccolo" con cinque ferite alle gambe, una al basso ventre e una di striscio al cuoio capelluto, riesce con grande fatica a far perdere le proprie tracce; riuscitovi, attraversa tutta la città e si porta in una casa di via San Bernardino. Solo a sera inoltrata si riesce a saperlo e a trovargli un medico che, constatata la gravità delle ferite, s'impegna a farlo ricoverare in una clinica il giorno seguente.
Le gravi condizioni in cui si trova non preoccupano affatto il "Piccolo", quel che più gli preme è di sapere se le antenne e la stazione sono andate distrutte. Alla mattina seguente quando andai per sincerarmi del suo stato di salute e provvedere al suo trasferimento, alla domanda di come si sentisse, rispose:"Sto benissimo, solo non mi posso muovere". Queste furono le ultime parole che udii dalla bocca e lo lasciai per andare a sollecitare il suo trasferimento che per crudele fatalità arrivò troppo tardi.
martedì 19 aprile 2011
ELENCO FILM
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ADATTI A COMUNI LETTORI DVD :
LISBON STORY
VALZER CON BASHIR
FAME CHIMICA
I GUERRIERI DELLA NOTTE
MATRIX
MEN IN BLACK
SPIDER - MAN
BIG FISH
GROSSO GUAIO A CHINATOWN
BLOODY SUNDAY
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martedì 12 aprile 2011
mercoledì 6 aprile 2011
<< Un révolutionnaire ne démissione jamais >>
Cari lettori
القراء الأعزاء
il governo italiano recentemente dichiarava una guerra insensata nei confronti della Libia
أعلنت الحكومة الإيطالية مؤخرا حربا لا معنى لها ضد ليبيا
non per niente
ليس من أجل لا شيء
in un momento in cui il Giappone dichiarava lo stato di emergenza
في الوقت الذي أعلنت اليابان حالة الطوارئ
in un periodo in cui anche l'amata Palestina sotto bombardamento israeliano
في وقت كانت فيه حتى الحبيب فلسطين تحت القصف الاسرائيلي
gli imperialisti hanno mostrato i loro artigli
وقد أظهرت الامبرياليين مخالبهم
lasciando l' impronta sullo sgravio di natalità
ترك 'تاريخ مغفرة البصمة
negando il diritto a migrare
إنكار الحق في الهجرة
impedendo la possibilità di sfollare davanti a processi fenomenologici
منع القدرة على اجلاء قبل عمليات الظواهر
in una fiera di partecipazione totalitaristica
والمشاركة العادلة في الشمولية
si era vista una stretta di mano tra Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi
بعد أن كان مصافحة بين سيلفيو برلسكوني والزعيم الليبي معمر القذافي
calzature di pelle
الجلود والأحذية
Barack Obama
باراك أوباما
poi l' intervento targato ONU
ثم كلمة للامم المتحدة و 'مدونة
l' effetto dei primi centoventi missili di origine statunitense
هو نتيجة لصواريخ 121 من أصل الولايات المتحدة
verso il bunker libico
نحو المخبأ الليبية
NO FLY ZONE
لا منطقة حظر الطيران
Color Under The Sun!
!اللون تحت الشمس
Al ministro italiano della difesa semianalfabeta
على وزير الدفاع الايطالي شبه أمي
Ignazio La Russa
إجنازيو لا روسا
mancava qualcosa
كان شيئا في عداد المفقودين
l'intervento della NATO
تدخل حلف الناتو
tra un litro di vino e l'altro...
...بين زجاجة من النبيذ وغيرها من الامور
In aumento gli arrivi di viaggiatori a Lampedusa
زيادة في عدد الوافدين على الركاب لامبيدوزا
in prossimità della punta di questa forma di stivale
بالقرب من طرف هذه على شكل الحذاء
prevalentemente dai paesi del Nord Africa
معظمهم من بلدان شمال أفريقيا
la lotta al razzismo per mezzo del linguaggio
مكافحة العنصرية عن طريق اللغة
producendo consensi
انتاج توافق في الآراء
in queste convenzioni
في هذه الاتفاقيات
per motivi legati al lavoro
لأسباب تتعلق بالعمل
alcune persone si occupano della manutenzione di barche
بعض الأشخاص الذين شاركوا في صيانة القوارب
in modo tale che raggiungano destinazione
بحيث تصل المقصد
per venderle a collettività di passeggeri.
.للبيع لنقل الركاب العامة
mercoledì 6 aprile 2011
الأربعاء 6 أبريل 2011
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