martedì 26 aprile 2011

lunedì 25 aprile 2011

"DANTE DI NANNI 1944-2011"

DALL'OPUSCOLO CLANDESTINO EDITO A TORINO IL 4 GIUGNO 1944 DALLE BRIGATE GARIBALDI "ALLA GLORIA DELL'EROE NAZIONALE DANTE DI NANNI."

LA GIOVANE VITA DI DANTE DI NANNI
NARRATA DA UN SUO COMPAGNO DI LOTTA

Lo si chiamava "Piccolo", ma dopo l'abbagliante pagina con la quale ha chiuso la sua giovane vita di Prode, a scrivere questo suo nome di battaglia sembra di sentire un certo stridore della penna, tanto è grande la contraddizione con il suo alto spirito di sacrificio.
Con tale nome era stato designato per il suo candore, per la sua giovale freschezza che lo facevano apparire più adolescente che un giovane più formato, quindi in senso tutto lusinghiero. Nato da genitori operai venti anni or sono, nel più fosco periodo della reazione fascista, doveva aver indubbiamente ereditato da loro quell'odio istintivo contro i barbari devastatori delle "Case del Popolo" e delle organizzazioni operaie, odio che lo porta fino al sacrificio della propria vita.
Le dabbenaggini che gli vengono insegnate a scuola circa le grandezze che il regime conquista per l'Italia e il benessere che crea per tutto il popolo italiano non riescono a sopraffare quell'istintiva, per lui inspiegabile, diffidenza per tutto ciò che sa di fascismo e questa diffidenza crebbe in lui con il passare degli anni fino a prendere quella forma di repulsione non appena la sua mente sveglia ed osservatrice gli svela quale enorme turlupinatura rappresentino per le masse operaie le tanto strombazzate leggi fasciste.
Ne fa le prime spese quando dodicenne suda sotto il secchio della calce in un cantiere perchè il suo desiderio di entrare in una fabbrica viene frustrato dal veto fascista che obbliga i giovani a vivere alle spalle dei genitori fino a quattordici anni compiuti. Tragica ironia con i salari di fame che percepiscono gli operai.
Raggiunta l'età prescritta ed entrato a lavorare in una fabbrica sente qui molto più accentuata quell'ira sorda che come aveva notato prima, albergava in ogni operaio, contro gli sfruttatori, contro il regime di oppressione. Tutti parlano con ammirazione della Russia e vedono nella sua forma di governo la loro salvezza e una forza irresistibile lo attrae verso quel popolo. Una febbre di sapere, di fare qualche cosa lo invade e i pochi manifestini e giornali clandestini comunisti che può leggere non fanno che aumentare questo suo stato d'animo.
Il malcontento delle masse si accentua con i disagi della guerra. Le agitazioni del marzo 1943 gli fanno intravvedere quanta forza possa avere la massa in movimento, ma solo nelle giornate di luglio prende coscienza di tutta la potenzialità. Le fitte tenebre vengono finalmente squarciate. Vede infine la sua via luminosa che lascia intravedere la grande parola "libertà!".
Parola che per lui diviene tutto programma, non gli pareva vero che la meta fosse già tanto vicina. E non aveva torto di diffidare. Non bastava distruggere i simboli e le effigi tanto esecrati che la feroce oppressione per tanto tempo ci aveva imposto; bisognava smantellare e distruggere tutto il sistema sociale che aveva generato e perpetrato questa oppressione, e questo continuava a persistere e continuava la sua nefanda opera di arrestare, di sparare su operai inermi colpevoli soltanto di reclamare quello che era stato loro negato per molti anni. La libertà era stata dunque solamente un'illusione di poche ore, una meteora luminosa nella densa ombra?
Ma la sua scia luminosa fu sufficiente per indicargli quale era la strada da seguire. Aveva scorto finalmente ciò che cercava: aveva trovato nel Partito Comunista la sua sicura guida. Vide nel P.C. il partito rivoluzionario, l'unico partito capace di difendere l'interesse della classe lavoratrice. E il suo istintivo odio per l'aborrito regime si concretizza e dà forma alla sua coscienza rivoluzionaria.
L'otto settembre lo trova in attività febbrile. Sicuro che si avranno le armi, sicuro che questa volta non si limiterà a scritte sul muro, ma si farà sul serio, già intravvede l'immensa forza del proletariato armato alla testa di tutti i veri patrioti, vittorioso sui tristi "Pluffer" che arrivano come conquistatori. Puro sogno che i generaloni reazionari mandano in fumo con il loro tradimento. E' un duro colpo, ma la tempra di rivoluzionario non gli viene meno. E' tra i primi a dare l'assalto alle caserme, per impossessarsi di quelle armi promesse che servono poi per armare i primi patrioti datisi alla montagna e che lui, per diverse ragioni, non può seguire.
Il compito affidatogli dall'organizzazione comunista, distribuzione e diffusione della stampa lo lusinga, ma non lo soddisfa. Insiste per far parte dei G.A.P. Gli fanno presente non solo disagi, ma anche, e soprattutto, i rischi che simile mansione comporta.
Risponde:"Lo so, ma so pure che la causa nostra merita non solo i rischi ma anche il sacrificio della propria vita".
Viene quindi utilizzato in un primo tempo come "palo" poi "Guardia di ritirata", ma esige che gli si affidino compiti più importanti. Viene accontentato. Disgrazia vuole che nella sua prima azione si venga a trovare nel raggio delle schegge di una granata che lo feriscono in più parti del corpo e più gravemente alle gambe. Essere messo fuori combattimento alla prima azione di una certa importanza è per lui una forte umiliazione. Trenta giorni di letto, trenta giorni di rabbia mal celata per la forzata inoperosità, dopo i quali con l'aiuto del bastone riesce a muover i primi passi. E' raggiante perché è sicuro che a guarigione avvenuta potrà riprendere il suo posto di combattimento. Ma la guarigione è lenta, o per lo meno non avviene rapidamente come sarebbe suo desiderio.
La sua impazienza cresce a dismisura e per evitare questo suo infinito dolore gli si affidano alcuni indirizzi di spie vendute al tedesco, affinché ne studi le mosse, è già qualcosa, ma non è sufficiente per contenere uno spirito combattivo pari al suo.
Non appena può abbandonare il bastone, ancora malfermo sulle gambe, pretende di entrare in azione e c'è da sudare sette camicie per convincerlo che è una assurda follia andare allo sbaraglio così alla leggera. L'assillante suo pensiero è la marcia vittoriosa dell'Esercito Rosso e la necessità, il dovere di colpire con tutte le nostre forze la belva nazista. "Non dar tregua alla belva nazista" è il suo motto.
Vedo ancora i suoi occhi lucidi di gioia quando finalmente gli si dà il "via" e abbatte la prima spia. Altre seguono in breve tempo intercalate con atti grandiosi di sabotaggio.
Chi dà importanza al "ragazzo" che si inoltra sui binari ferroviari con una comune borsa sotto il braccio? Nessuno! Ma dopo una mezz'ora il personale di servizio ad una importante cabina-blocco riceve una telefonata anonima che li avvisa che la cabina sta per saltare e fa appena in tempo a mettersi in salvo che una forte esplosione distrugge la cabina e i suoi delicati congegni, disorganizzando per un periodo abbastanza lungo il traffico ferroviario.
Non maggiore importanza dà un pacifico ferroviere, il quale sta innaffiando l'orticello affiancato a un'altra cabina di blocco, ad un "ragazzo" sconosciuto che gentilmente lo apostrofa e gli si avvicina, ma il ferroviere cambia espressione quando vede il "ragazzo" intimargli il silenzio e l'ubbidienza con una rivoltella puntata e poi vede altri "diavoli" lanciarsi giù dalla scarpata con le armi in pugno far prendere a lui e ai suoi compagni di lavoro gli oggetti personali e obbligarli ad allontanarsi. Anche qui, dopo dieci minuti, della cabina e dei delicati congegni non rimangono che rottami. E quante altre azioni che qui non è possibile elencare! Ma quella che fu per lui l'azione più brillante che inorgogliva il suo spirito di prode giustiziere è quella sul C.I.
Da più giorni si faceva la "posta" inutilmente davanti a un Comando.
Quel giorno ferma dinnanzi c'era una lussuosa macchina che "prometteva bene". Infatti dopo mezz'ora di attesa ecco apparire un graduato "repubblichino" poi un gallonato, poi un altro ancora ed infine un capitano "tudero" pregno di tanta superbia da strappare le risa a tutti e il "piccolo" ridé così di gusto che quasi dimentica perché si trova lì, ma è un attimo: due formidabili scoppi, qualche aggiunta di "calibro 9" è giustizia è fatta. Non ancora, un "repubblichino" esce con un "parabellum" in mano, vuole anche lui la sua parte, è subito accontentato prima che riesca a dire "bé".
A qualunque ora del giorno o della notte, in barba al coprifuoco e rigorose misure per chi è sorpreso con armi da fuoco, Dante è sulla breccia. Non si mangia tutti i pasti, quello del fumare è il più delle volte un pio desiderio, spesso si è costretti a dormire sul nudo pavimento o peggio all'addiaccio. Ma che importa? E' la vita dei prodi che fanno parte dei G.A.P che lo richiede.
Questa è la vita che conducono i valorosi garibaldini e che la quintessenza della vigliaccheria e del più lurido ibridismo di corrotti e sciacalli che madre natura abbia potuto generare che rispondono ai nomi Pettinato, Gray, Corbella e consimili osa chiamare, nei loro nefandi articoli, vigliacchi sicari venduti; coloro che si chiudono in uffici "blindati" per sputare bava velenosa e non fanno due passi fuori dalla loro cittadella senza che un nugolo di agenti li salvaguardi, hanno la spudoratezza di definire vigliacco chi tutto osa e tutto dà per la propria causa, per la propria Patria.
Ma anche su questi rifiuti umani ben presto si abbatterà la mano giustiziera e fermerà per sempre la loro penna sacrilega che non sa far altro che prostituirsi al miglior offerente e calpestare senza ritegno i sublimi sacrifici.
In questa lotta senza quartiere bisogna essere inesorabili con i traditori. La generosità d'animo in momenti come questi può essere fatale e questo purtroppo fu per Di Nanni e i suoi compagni che parteciparono all'azione di sabotaggio contro la stazione radio-trasmittente di Stura nella mattinata del 17 maggio.
La loro generosità lì portò non solo a risparmiare i carabinieri di guardia a codesta stazione, ma a farli allontanare dal pericolo, fiduciosi che avrebbero preso in considerazione questa generosità e invece i tre vigliacchi incarogniti ne approfittarono per andare a dar l'allarme al posto di blocco poco lontano. Quando il gruppo dei garibaldini notò la loro assenza era già troppo tardi per rimediarvi.
I riflettori incominciano a "battere" la campagna e incomincia la prima sparatoria che provoca qualche perdita tra gli avversari. I giovani garibaldini riescono a ritirarsi, ma dopo poco cammino si imbattono in una pattuglia di tedeschi e fascisti accorsi all'allarme. All'alt i giovani rispondono con un lancio di bombe a mano, cadono i primi nemici e la lotta si riaccende furibonda fino all'esaurimento delle cartucce dei giovani che approfittano di un momento di tregua e riescono ad allontanarsi.
Due però rimangono sul terreno. Uno colpito a morte lancia ancora la sua radiosa sfida sui sanguinari nemici e inneggia al Partito Comunista, l'altro, gravemente ferito, viene prelevato come "preziosa preda" dagli aguzzini che penseranno a mezzo delle più crudeli torture a fargli pagare caro il suo atto di coraggio.
Il "Piccolo" con cinque ferite alle gambe, una al basso ventre e una di striscio al cuoio capelluto, riesce con grande fatica a far perdere le proprie tracce; riuscitovi, attraversa tutta la città e si porta in una casa di via San Bernardino. Solo a sera inoltrata si riesce a saperlo e a trovargli un medico che, constatata la gravità delle ferite, s'impegna a farlo ricoverare in una clinica il giorno seguente.
Le gravi condizioni in cui si trova non preoccupano affatto il "Piccolo", quel che più gli preme è di sapere se le antenne e la stazione sono andate distrutte. Alla mattina seguente quando andai per sincerarmi del suo stato di salute e provvedere al suo trasferimento, alla domanda di come si sentisse, rispose:"Sto benissimo, solo non mi posso muovere". Queste furono le ultime parole che udii dalla bocca e lo lasciai per andare a sollecitare il suo trasferimento che per crudele fatalità arrivò troppo tardi.

martedì 19 aprile 2011

ELENCO FILM

IN DOWNLOAD STANDARD GRATUITO,
ESTENSIONE FILE .AVI,
MASTERIZZABILI SU CD,
ADATTI A COMUNI LETTORI DVD :


 LISBON STORY


 VALZER CON BASHIR 


 FAME CHIMICA


 I GUERRIERI DELLA NOTTE


 MATRIX


 MEN IN BLACK 


 SPIDER - MAN 


 BIG FISH


 GROSSO GUAIO A CHINATOWN 


 BLOODY SUNDAY 

mercoledì 6 aprile 2011

<< Un révolutionnaire ne démissione jamais >>

Cari lettori


القراء الأعزاء

il governo italiano recentemente dichiarava una guerra insensata nei confronti della Libia

أعلنت الحكومة الإيطالية مؤخرا حربا لا معنى لها ضد ليبيا

non per niente

ليس من أجل لا شيء

in un momento in cui il Giappone dichiarava lo stato di emergenza

في الوقت الذي أعلنت اليابان حالة الطوارئ

in un periodo in cui anche l'amata Palestina sotto bombardamento israeliano

في وقت كانت فيه حتى الحبيب فلسطين تحت القصف الاسرائيلي

gli imperialisti hanno mostrato i loro artigli

وقد أظهرت الامبرياليين مخالبهم

lasciando l' impronta sullo sgravio di natalità

ترك 'تاريخ مغفرة البصمة

negando il diritto a migrare

إنكار الحق في الهجرة

impedendo la possibilità di sfollare davanti a processi fenomenologici

منع القدرة على اجلاء قبل عمليات الظواهر

in una fiera di partecipazione totalitaristica

والمشاركة العادلة في الشمولية

si era vista una stretta di mano tra Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi

بعد أن كان مصافحة بين سيلفيو برلسكوني والزعيم الليبي معمر القذافي

calzature di pelle

الجلود والأحذية

Barack Obama

باراك أوباما

poi l' intervento targato ONU

ثم كلمة للامم المتحدة و 'مدونة

l' effetto dei primi centoventi missili di origine statunitense

هو نتيجة لصواريخ 121 من أصل الولايات المتحدة

verso il bunker libico

نحو المخبأ الليبية

NO FLY ZONE

لا منطقة حظر الطيران

Color Under The Sun!

!اللون تحت الشمس

Al ministro italiano della difesa semianalfabeta

على وزير الدفاع الايطالي شبه أمي


Ignazio La Russa

إجنازيو لا روسا

mancava qualcosa

كان شيئا في عداد المفقودين

l'intervento della NATO

تدخل حلف الناتو

tra un litro di vino e l'altro...

...بين زجاجة من النبيذ وغيرها من الامور


In aumento gli arrivi di viaggiatori a Lampedusa

زيادة في عدد الوافدين على الركاب لامبيدوزا

in prossimità della punta di questa forma di stivale

بالقرب من طرف هذه على شكل الحذاء

prevalentemente dai paesi del Nord Africa

معظمهم من بلدان شمال أفريقيا

la lotta al razzismo per mezzo del linguaggio

مكافحة العنصرية عن طريق اللغة

producendo consensi

انتاج توافق في الآراء

in queste convenzioni 

في هذه الاتفاقيات

per motivi legati al lavoro

لأسباب تتعلق بالعمل

alcune persone si occupano della manutenzione di barche

بعض الأشخاص الذين شاركوا في صيانة القوارب

in modo tale che raggiungano destinazione

بحيث تصل المقصد

per venderle a collettività di passeggeri.

.للبيع لنقل الركاب العامة

mercoledì 6 aprile 2011

الأربعاء 6 أبريل 2011